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L’impresa edile che non finisce i lavori legati al Superbonus rischia le seguenti conseguenze:

  • Restituzione delle somme percepite: l’impresa è tenuta a restituire al committente le somme percepite per i lavori non eseguiti. Tale somma include anche l’IVA, se dovuta.
  • Risarcimento del danno: l’impresa può essere tenuta a risarcire al committente il danno derivante dall’inadempimento. Il risarcimento può includere, ad esempio, il costo dei lavori da eseguire da parte di un’altra impresa, i danni morali e il mancato risparmio energetico.
  • Responsabilità penale: in alcuni casi, l’impresa può essere ritenuta responsabile penalmente per l’inadempimento. Ad esempio, se l’inadempimento è causato da dolo o colpa grave, l’impresa può essere condannata al pagamento di una multa o alla reclusione.

La giurisprudenza ha stabilito che l’impresa non è tenuta a risarcire il danno derivante dalla mancata fruizione del Superbonus, a meno che non sia possibile dimostrare che tale mancata fruizione è stata causata dall’inadempimento dell’impresa e che il committente non avrebbe potuto porvi rimedio.

Ad esempio, se l’impresa non termina i lavori nei tempi previsti, ma il committente ha la possibilità di affidare i lavori ad un’altra impresa entro la scadenza del termine per la fruizione del Superbonus, l’impresa non è tenuta a risarcire il danno derivante dalla mancata fruizione dell’agevolazione.

In caso di inadempimento da parte dell’impresa, il committente può tutelare i propri diritti rivolgendosi ad un avvocato.