Secondo le previsioni del Cresme, il comparto delle costruzioni in Italia registrerà un andamento negativo nel 2024. La produzione nelle costruzioni è attesa in calo di circa il 2%, dopo la crescita del 29,5% nel 2021 e del 12,1% nel 2022.
Questa tendenza negativa è dovuta a una serie di fattori, tra cui:
- L’incertezza legata alla guerra in Ucraina e alle sue conseguenze economiche;
- L’aumento dell’inflazione, che sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie;
- L’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, che sta rendendo più costosa la costruzione;
- La revisione al ribasso del sistema di incentivi fiscali, che ha ridotto l’attrattività delle opere di riqualificazione energetica e di efficientamento energetico.
In particolare, la revisione del Superbonus 110%, che ha rappresentato un importante impulso per il settore delle costruzioni nel corso del 2021 e del 2022, è destinata a avere un impatto negativo significativo. Secondo le stime del Cresme, il calo degli investimenti in riqualificazione energetica e di efficientamento energetico nel 2024 sarà pari a circa 8,5 miliardi di euro.
L’unico elemento che potrebbe contribuire a limitare la contrazione del comparto delle costruzioni è la spinta delle opere pubbliche. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede infatti investimenti per circa 191 miliardi di euro nel settore delle infrastrutture, che potrebbero sostenere la domanda di lavoro e di servizi nel settore.
Tuttavia, anche gli investimenti pubblici sono soggetti a un certo grado di incertezza, in particolare in un contesto di crescente instabilità politica.
In conclusione, l’andamento del comparto delle costruzioni nel 2024 sarà caratterizzato da una forte contrazione, che potrebbe raggiungere il 2%. La spinta delle opere pubbliche potrebbe contribuire a limitare questa tendenza negativa, ma l’incertezza legata al contesto economico e politico globale rappresenta un fattore di rischio significativo.